PISA - Archiviate le elezioni politiche, si pensa già a quelle amministrative di primavera.
Quante sono le città toscane che rinnoveranno il Consiglio comunale ed eleggeranno il Sindaco tra poche settimane? Sono ventuno, distribuiti in tutte e dieci le province. Non sono molti, dunque, eppure il test è lo stesso molto importante perché nell’elenco ci sono anche tre capoluoghi: Pisa, Massa, Siena.
Sono tutti comuni governati dal centrosinistra. I sindaci uscenti sono Marco Filippeschi (a Pisa), Alessandro Volpi (a Massa), Bruno Valentini (a Siena). Di sicuro non potrà candidarsi un’altra volta Filippeschi che termina il secondo mandato, potranno farlo invece gli altri due (ma gli equilibri nel centrosinistra sono precari e incerti).

Elezioni: schede sul tavolo degli scrutatori
Dove si vota in Toscana
Oltre ai tre comuni capoluogo, si voterà in altre città importanti. A Pescia, per esempio, dove l’amministrazione in carica è stata travolta l’anno scorso dalla vicenda giudiziaria che ha riguardato il sindaco Oreste Giurlani. Giurlani però non si è arreso e ha annunciato di volersi ricandidare, con il sostegno di due liste civiche.
Le elezioni ci saranno anche in altri due comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti: Pietrasanta (dove il sindaco Mallegni ha lasciato l’incarico per candidarsi al Parlamento, ed è stato eletto) e Campi Bisenzio, nel fiorentino.
Gli altri sono tutti comuni dove le elezioni saranno a turno unico: Capolona, Caprese-Michelangelo e Laterina-Pergine Valdarno in provincia di Arezzo; Impruneta e Marradi nella città metropolitana di Firenze; Gavorrano, Magliano, Monte Argentario, Semproniano a Grosseto; capraia Isola e Rio (il nuovo comune nato dall’unica fusione sull’isola d’Elba) in provincia di Livorno. E ancora: Montecatini Val di Cecina e Santa Maria a Monte (Pisa), Ponte Buggianese (Pistoia), Poggio a Caiano (Prato).
Come si vota
Nei comuni più grandi (sopra i 15 mila abitanti) il candidato sindaco vince al primo turno solo se ottiene più del 50% dei voti. Altrimenti si va al ballottaggio, due settimane dopo. In questi comuni ogni candidato a sindaco può essere sostenuto anche da più di una lista, e l’elettore può esprimere il voto disgiunto (per una lista e per un candidato a sindaco che quella lista non sostiene). Si possono esprimere fino a due preferenze, se di genere diverso.
In tutti gli altri comuni (sotto i 15 mila abitanti) le elezioni si svolgono a turno unico: vince chi ottiene più voti.
Una caratteristica che differenzia la legge elettorale dei comuni da quella appena sperimentata per il Parlamento è che è previsto sempre un premio di maggioranza per la lista (o la coalizione) che esprime il sindaco. Così, almeno ai blocchi di partenza, si garantisce in ogni caso una maggioranza salda, in ogni consiglio comunale, a chi diventa sindaco.