La Via Crucis nei luoghi dell’alluvione

LIVORNO - La Via Crucis venerdì sera ha attraversato tutti i luoghi della tragedia di settembre, nel quartiere livornese più colpito dall’ alluvione. E così la croce è passata dal sagrato della chiesa di Collinaia, e poi da via di Popogna, dallo Stillo...

C’era molta gente, nonostante le temperature ancora rigide. E c'erano soprattutto tanti soccorritori di quei giorni drammatici, con le loro divise e i loro ricordi. Nel telegiornale delle 14:30 di sabato 24 marzo un ampio servizio con tutte le immagini più significative.

Croce con fedeli e volontari

Fedeli con i volontari alla Via Crucis di Livorno

Cos’è la Via Crucis
La Via Crucis ripercorre, attraverso le letture del Vangelo e alcune riflessioni, tutti i momenti della Passione di Gesù.

Inevitabile il parallelo con chi, in questa zona, ha perso gli affetti più cari e tante certezze. E’un cammino lento, pensato, carico di suggestioni. Che aumentano ancora di più in questa realtà così provata dalla furia della natura, dove ora faticosamente sta tornando la normalità.

La tradizione della ‘via della croce’ è antica, risale al Medioevo. Si consolidò nel 1700. La più famosa è certamente quella del Papa al Colosseo, la sera del Venerdì Santo. Ma viene celebrata in tutte le chiese del mondo, in forme diverse.

Le tappe di questo cammino si definiscono ‘stazioni’; nella tradizione sono quattordici e l’ultima è quella della deposizione del corpo di Gesù nel sepolcro. Sempre più spesso però si aggiunge una quindicesima fermata: quella della Resurrezione.

Lavori argine Collinaia

Cantieri ancora aperti nel quartiere di Collinaia

Lavori in corso
La tradizione qui si è mescolata con l’attualità, di cui sono testimoni i cantieri ancora aperti a lato del percorso dei fedeli.

Molto è stato fatto, ma restano ancora criticità e pericoli (qui il link alle pagine del Commissario per l'emergenza). L’obiettivo è mettere in sicurezza prima dell’autunno gli argini, i ponti, le abitazioni e le strade.

Rimane la ferita della comunità locale, che piange ancora i suoi morti. E poi ci sono stati i danni, le difficoltà per le piccole imprese, i disagi. Alla gente di qui si è rivolto al vescovo: "C'è ancora molto da fare, non vogliamo che si spenga l'attenzione. E la chiesa locale, la diocesi di Livorno, farà di tutto per far sì che torni la normalità al più presto" (l'intervista completa nel tg del 24 marzo).

Condividi questo articolo

Pubblicità