L’esplosione che ha provocato la morte dei due operai della Labromare, Lorenzo Mazzoni, 25 anni e Nunzio Viola 52, all’interno del deposito costiero Neri nella zona industriale del porto, a Livorno, ha prodotto un boato durato lo spazio di pochi attimi ma l’onda d’urto si percepisce ancora. E’ nel dolore che coinvolge tutti, che cerca una ragione e non la trova, nella rabbia dei colleghi degli operai morti e non solo.
Angoscia iniziale che poi diviene rabbia, che permane nelle otto ore di sciopero decise all’indomani del nuovo incidente mortale sul lavoro che va a sommarsi a quelli precedenti, al numero continuo di persone che muoiono mentre lavorano. Uno stillicidio che non cessa, spesso riassunto nei numeri, sempre alti, da bollettino di guerra e sui quali piovono domande continue che cercano le dovute risposte ma soprattutto quella dalla quale iniziare a sciogliere tutte le altre. E’ stato proclamato il lutto cittadino congiunto, a Livorno, dove e’ nato e cresciuto Lorenzo e Collesalvetti dove risiedeva Nunzio. La voglia di dire basta espressa con una fiaccolata notturna indetta dai sindacati unitari Cgil, Cisl e Uil. Gli inquirenti sono al lavoro per chiarire la dinamica della tragedia. Partendo da chi c’era, dov’era e cosa stava facendo. Il serbatoio 62, piegatosi su se stesso dopo l’esplosione e accanto numerosi altri serbatoio. Davanti all’ingresso dell’area nelle prime ore della tragedia un via vai di responsabili, familiari e nello sguardo di tutti il dolore, la rabbia, anche smarrimento, impotenza.
Nel serbatoio acetato di etile, dalle prime ricostruzioni i due erano all’esterno del silo, qualcosa ha scatenato l’esplosione, un innesco. L’area fatta evacuare e controllata minuziosamente non ha registrato alcun a propagazione di gas, nessuna fiamma viva, nessuna nube si sarebbe sprigionata.
Vigili del Fuoco, Polizia, Guardia di Finanza, Protezione civile, arrivano tutti, Pubblica assistenza,Croce Rossa, Misericordia, per recuperare i corpi, per soccorrere gli altri operai presenti, contusi, frastornati per l’improvviso boato, soprattutto scioccati. Di nuovo il richiamo alla massima attenzione sulla questione sicurezza, il giorno dopo lo sciopero di 8 ore, articolato dalle diverse categorie nell’arco della giornata. Lo sfogo in una nota, del presidente Enrico Rossi, accorso sul luogo appena saputo della tragedia, le parole del sindaco Nogarin, anch’egli presente.
Evidenziano come lo stato d’animo che sovrasta gli altri sia la rabbia, più che il dolore e per lenire la rabbia occorre dare risposte concrete, senza retorica, e nelle risposte assegnare le debite responsabilità e ciò che ne consegue.
Aggiornamenti nei nostri notiziari, questa sera l’invito da parte delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori a tutta la cittadinanza per essere presenti alla fiaccolata che prenderà il via, questa sera, 29 marzo, alle 21 da Piazza della Repubblica, diretta all'Autorità Portuale e ritorno.