Comunicato curva nord Livorno-Ad inizio anno alcuni nostri rappresentanti si sono recati a Genova assieme a quelli dei club organizzati per trovare un accordo che potesse garantire alla società amaranto la fine di un ciclo serenamente, visto il tracollo degli ultimi anni. La famiglia Spinelli aveva più volte detto e dimostrato di essere stanca, ma mancando un compratore serio - ripeteva - era impossibilitata a cedere la società; ricordiamo che si era arrivati a dichiarare addirittura sui giornali di voler “regalare il Livorno e rendere le chiavi dello stadio al sindaco“.
Dentro quest’ottica c’è stata presentata la novità della cordata che avrebbe rilevato il 20% in caso di promozione al termine di questa stagione, gestendo da subito e da Livorno ,sul campo, squadra e la società con libera licenza, quindi resa la piazza appetibile, avrebbe traghettato eventuali compratori. Considerando questa soluzione giusta, perché senza questo passo nessuno si sarebbe stato mai interessato al Livorno, abbiamo chiesto il mantenimento di alcuni giocatori rappresentativi e la figura di Igor Protti come garante in cambio della fine della contestazione per fruire al progetto collettivo detto.

Un immagine della curva nord sede del tifo amaranto più caldo
Qui abbiamo imparato che la nuova parte subentrata in società aveva un approccio professionale, sensibile alla tifoseria e competente. Il lavoro nel marketing e nella gestione in generale di tanti aspetti aveva segnato un palpabile salto di qualità. Anche allo stadio il pubblico iniziava a tornare. La stessa cosa che era stata ripetuta alla presentazione del progetto dalla proprietà stessa: “meglio che facciano loro, noi siamo stanchi”. Per diversi mesi quanto creato in sinergia, da questo famoso “patto di Genova“, ha prodotto i risultati che tutti hanno potuto vedere. Ad un certo punto, tuttavia, qualcosa è successo, ed alcune dinamiche si sono incrinate.
Premessa ogni colpa di singoli attori, e spesso di mancanza di concentrazione del gruppo, errori del mister, ma quando la prima crisi è arrivata, da Genova sono arrivati anche i segnali di inversione di marcia su quanto concordato ad inizio anno. Livorno è stufa di padri padroni e logiche che ci riportano a prima del famoso incontro di Genova. Quella situazione che ha svuitato lo stadio più di due retrocessioni. La piazza è stanca ancor più della C, della presidenza di questa logorante pratica. Per i medesimi errori di sempre stiamo buttando via un’annata ed una possibilità.
Noi non staremo a guardare per rimanere nuovamente fregati, pertanto auspichiamo di convocare nuovamente un vertice per avere chiarezza sul futuro, sulle sparate - le ennesime - di questi giorni che prendono di mira giocatori rappresentativi e in poco tempo cambiano le carte in tavola di quanto deciso a Genova. Senza ripristinare ogni ruolo stabilito a Genova ad inizio anno, per noi, si torna nella condizioni di sempre, con tutto ciò che ne consegue. Se vogliamo andare in B e cambiare proprietà creando un nuovo corso, come doveva essere, noi ci stiamo, diversamente invece siamo pronti a tornare sul piede di guerra e rovinarci prima di farci, nuovamente, rovinare.