Tutto il Consiglio regionale, nella seduta speciale di questo 18 aprile dedicata al tema della sicurezza sul lavoro, ha approvato una risoluzione che indica alcune azioni da intraprendere al più presto.
Intanto si impegna la giunta regionale a individuare i settori di maggior rischio per i lavoratori, a promuovere il coordinamento interistituzionale con tutte le autorità competenti, a contribuire alla completa attuazione dei progetti speciali regionali già attivi, come quello sulla sicurezza nella lavorazione del marmo o per le imprese cinesi.
Inoltre, la proposta di risoluzione impegna il governo regionale a prevedere il potenziamento delle strutture della prevenzione “rivedendo l’attuale assetto organizzativo con la finalità di dare centralità all’area prevenzione e sicurezza sul lavoro della Regione Toscana”; a verificare la possibile realizzazione di un nuovo sistema organizzativo maggiormente integrato tra settore ambientale e sanitario; ad attivarsi in Conferenza Stato-Regioni per definire le nuove politiche di prevenzione da attuare, le risorse da impiegare, gli obiettivi da raggiungere; ad attivarsi nei confronti del Parlamento e del prossimo Governo nazionale “affinché vengano previste ulteriori misure stringenti per la salute e la sicurezza sul lavoro e di contrasto al precariato, anche in considerazione della connessione fra tutele contrattuali, diritti dei lavoratori e garanzia della salute e della sicurezza sul lavoro”.

Enrico Rossi in Consiglio regionale
Nel suo accorato intervento il presidente della giunta Enrico Rossi, che si è detto ‘impressionato’ dal tragico incidente di Livorno (accaduto il 28 marzo) e dalla forte reazione che c'è stata rivendica più autonomia alla Regione per rafforzare le politiche di sicurezza nei luoghi di lavoro. Dovrà essere secondo lui una sorta di ‘programma di fine mandato’, con la possibilità di aprire una trattativa con il governo nazionale. “Nella mia esperienza, piuttosto lunga, devo dire che è vera l’idea che l’incidente nei luoghi di lavoro non è fatalità – ha detto Rossi al telegiornale di Telegranducato - e tutte le volte che la comunità-impresa si è impegnata, i risultati si sono visti, anche laddove pareva impossibile raggiungerli”.
Il presidente ricorda Piombino, dove “le morti sul lavoro sono cessate dopo che si è presa una grande iniziativa, eppure la situazione era complicatissima”.
Gli abbiamo chiesto se esiste un ‘caso-Livorno’. E lui, al nostro tg, ha detto: “È inquietante domandarci se ciò che accaduto è frutto di una scintilla. La sequela di operai morti nelle cisterne nel nostro paese è inquietante: manca una direttiva specifica in applicazione della legge 81”. Per la corretta applicazione di quella legge, ricorda il presidente, “manca anche la certificazione delle imprese”. “Bisogna contestualizzare la necessità della sicurezza sul lavoro al porto, sulla quale la Toscana ha fatto cose egregie, con una situazione complessiva che chiama in causa la legge Seveso sulle aziende ad alto rischio e la legge 81. Da Livorno proviene un segnale forte che ci chiama a verificare se l’integrazione delle competenze è a un livello adeguato”.
Positiva la valutazione dei progetti speciali, che secondo il presidente dovrebbero essere estesi e riproposti. “Credo nei progetti speciali, quello di Prato ha dato particolari risultati, l’80 per cento delle aziende cinesi visitate si è messo sostanzialmente in regola. I dormitori non sono più nei laboratori, le notizie di reato sono diminuite in modo precipitoso”. Prato è un esempio di un impegno che ha portato risultati per effetto di “una azione intensiva e costante, con l’assunzione di settanta giovani”. Di qui, la contrarietà “al tetto alle assunzioni in sanità” e la proposta rivolta ai consiglieri di “fare tutti insieme la battaglia”. Rossi rivendica la necessità di un margine di maggiore autonomia e richiama il ricorso alla Corte costituzionale, “che è una cosa seria”. Per replicare l’esperienza di Prato, “dobbiamo avere la possibilità di assumere”.
(nel programma Regionando in onda dal 20 aprile i commenti di tutti i gruppi politici in Consiglio regionale)