Betti ciao! l’ultimo deportato toscano

PISA - Betti ciao! Così è stato salutato Mauro Betti, presidente della sezione ANED di Pisa, venuto a mancare in queste ore.

L'Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti ha emesso ufficialmente il comunicato nel corso di questa mattina 21 maggio.

Mauro Betti

Mauro Betti intervistato per il "giorno della memoria" 2017

Mauro Betti è stato Presidente dell'ANED sezione Pisa e membro del Comitato d'Onore dell'ANED Nazionale.

Betti si è spento all'età di 96 anni a dimostrazione di una fibra e di una volontà ferma e d'acciaio, nonostante le sofferenze patite in gioventù.

Nato nel 1922 a Castagneto Carducci, proprio l'anno della "Marcia su Roma" , Mauro Betti finì in tempo gli obblighi scolastici per essere chiamato alle armi nel 1942 ed essere destinato al fronte orientale.

Dopo le terribili vicissitudini legate alla ritirata dell'ARMIR dal fronte sovietico e il ripiegamento in Grecia, Betti è a Rodi quando l'8 settembre 1943 viene reso pubblico l'armistizio firmato dal governo Badoglio qualche giorno prima a Cassibile.

Il Re fuggiva con la sua corte a Brindisi per consegnarsi agli alleati, nel frattempo già sbarcati in Puglia e a Salerno mentre nulla veniva organizzato nei confronti delle divisioni italiane ancora "alleate" dei tedeschi e dislocate lungo il fronte meridionale orientale o di stanza in Grecia e nelle sue isole.

Betti viene raggiunto dai tedeschi e insieme ai suoi compagni d'arme evita una fine come quella di Cefalonia e si trova deportato in Croazia sotto il controllo degli Ustascia di Ante Pavelic.

Nel corso delle prime settimane di prigionia, mentre d'autorità nazisti, repubblichini e croati cercano di arruolare i prigionieri pena la deportazione nelle officine Todt in Germania o la fucilazione, Betti riesce a fuggire e a riparare tra le montagne dove entra a far parte delle formazioni partigiane croate.

Nel corso del 1944 viene catturato dai nazisti nei pressi di Karlovacs e condannato ad un campo di sterminio come oppositore politico e dinviato a Grosse Rosen, successivamente a Flossenburg e quindi a Buchenwald dove ha la forza di sopravvivere fino all'arrivo delle truppe sovietiche.

Rientrato in Italia nel corso del 1946 ha sempre partecipato ad ogni iniziativa tesa al mantenimento della memoria di quanto accaduto e rivolto sempre, nei decenni a seguire, alle giovani generazioni.

Cattolico fervente, non ha mai vacillato nella Fede che lo ha accompagnato per tutta la sua Vita.

Testimone prezioso e instancabile, e sempre accanto ai giovani perchè sapessero trarre la forza e la volontà necessarie per lottare in difesa della libertà e della democrazia, cardini indispensabili per la pace e per la dignità di ogni essere umano.

Si è spento a Cecina sua ultima residenza e con lui l'ultimo testimone vivente dei deportati politici toscani.

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