Suoni del mare, Saletti e il Sabir Sound

LIVORNO – Suoni del Mare nuova performance.

Secondo appuntamento promosso dalla Autorità di Sistema portuale del Mare Tirreno Settentrionale e che nasce con l’idea di fare del porto uno spazio aperto all’incontro delle musiche e delle culture del Mediterraneo e che trova a Livorno la sua location ideale per la tradizione di apertura e multietnicità della città toscana.

Suoni del mare

Suoni del Mare il Sound Sabir di Saletti

Dopo il grande successo riscosso all’avvio del primo appuntamento di cartellone con Enzo Avitabile, è la volta della Banda Ikona di Stefano Saletti, che del festival è anche Direttore Artistico.

Il Mediterraneo è un insieme infinito di strade.

Strade per mare e per terra, collegate tra loro.

Strade e città, grandi medie, piccole che si tengono in contatto tra loro.

Il Cairo con Marsiglia, Genova con Beirut, istanbul con barcellona, Livorno con Tangeri, Tunisi con Trieste e ancora andando avanti.

Un concerto che diventa un cammino tra le strade del Mediterraneo.

La band ha viaggiato e ha esplorato culture diffuse su tutto il bacino di questo mare, scoprendo peculiarità proprie e distinguendo culture che man mano che si procede verso l’esterno del loro centro, come quando ci si allontana da una frequenza radio, il suono si miscela, la cultura si mescola dando vita a quella successiva.

Ovunque, Saletti ha registrato questi suoni mettendo insieme ogni genere di questi, rumori, radio, voxi, spazi sonori.

Partendo da tutto questo materiale ha composto un affresco che racconta il difficile dialogo tra le sponde, quella nord con quella sud, i drammi dei migranti, la ricchezza e la speranza, il dolore che si perde nel blu di queste strade acquee.

In questo racconto in musica è stato impiegato il Sabir, la lingua del mare, dei porti, dei pescatori e dei marinai del mediterraneo, la lingua del possibile dialogo tra i poli estremi, dove italiano, francese, spagnolo, arabo fluiscono in un unico composto sonoro.

Il risultato è un affascinante folk world mediterraneo, meticciato.

Perché alla fine si scopre che l’uomo è proprio questo, l’erede di molteplici culture, di sovrapposizioni storiche, di incontri e scontri.

L’uomo è un meticcio della sua stessa natura.

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