LIVORNO - Due giornate di fiera opposizione, poi la superiorità degli Austriaci è indiscutibile e la città cade.
Le truppe al seguito del Principe Costantino d'Aspre, dirette a schiacciare la Repubblica di Roma, hanno fatto tappa in Toscana.
Compito assegnato da Vienna, quello di restaurare al potere il Granduca Leopoldo II.
La sconfitta del Regno di Sardegna e la caduta delle altre città insorte contro il dominio austriaco quali Milano e Brescia hanno mostrato a chi spetta la vittoria.
Anche Venezia, rimasta isolata, presto cadrà.
I principi "legittimi" hanno ripreso il loro posto a Parma e Modena e già anche in Toscana i coordinatori dei Liberali e dei Moderati hanno ripreso saggezza.
Firenze e le piazze più importanti della Toscana hanno aperto le porte alle truppe regolari austriache e a quelle modenesi, giunte in rincalzo.
Solo Livorno ha rifiutato di capitolare e mantiene il suo titolo di "Repubblica" indipendente, appellandosi a Roma.
Dalla città eterna non è possibile però giunga alcun aiuto, pertanto la partita è decisa, è solo questione di orgoglio.
In città hanno aderito alla resistenza all'attacco imperiale quasi 2000 cittadini.
La città però è circondata da più di 15.000 uomini.
I due rappresentanti da Firenze: Serristori e Ricasoli hanno invitato il Presidente del governo cittadino labronico, Guarducci, a desistere.
Il Municipio, riunitosi in emergenza, ha rifiutato la resa.
Per due giorni, interrotti solo da una notte di pioggia intensa, i 50 pezzi di artiglieria asburgica si sono fatti sentire, bombardando le mura e parti della città.
Col favore della notte alcuni reparti della milizia livornese si sono sciolti e dati alla fuga via mare.
Dimezzati nel numero ma ancor di più nel possesso di armi e munizioni, i rivoltosi livornesi hanno opposto resistenza in modo ostinato.
La breccia però è stata procurata su entrambi i lati della Porta san Marco e la città cade nel volgere di poche ore.
Cade ogni resistenza e si ha l'avvio delle operazioni di polizia e saccheggio da parte delle truppe austriache.
Su indicazione degli stessi rappresentanti del governo restaurato granducale, da noi già citati, le truppe di occupazione hanno proceduto agli arresti.
Al cessare degli scontri, l'esercito austriaco lamenta 90 perdite tra decessi e ferigioni, almeno 300 da parte degli insorti.
Altrettanto numero di ribelli è stato raccolto e rinchiuso presso la Fortezza Vecchia.
Di questi, un centinaio sono stati passati per le armi in base alla lista dei nomi consegnati da Ricasoli al Comandante d'Aspre.
Si è preferito agire sui più irriducibili piuttosto che dar spazio alle vendette dell'esercito occupante.
Di questi due giorni di resistenza non mancheranno servizi a riguardo, da seguire nei nostri notiziari o in contemporanea con la diretta di Live Tv.
Numerose iniziative che rientrano nel programma di rievocazione delle due giornate, come promosso dal Comitato Livornese per la promozione dei valori risorgimentali.