La morte di Erika Lucchesi scuote l’opinione pubblica di tutta Italia. Rivela l’altra faccia della notte e del weekend, smaschera il rischio delle droghe (tradizionali o sintetiche, leggere o pesanti sempre droghe sono) e ci aiuta a puntare l’indice anche contro l’alcol, vera piaga tra i giovani e i giovanissimi.
Sia chiaro, la morte di Erika in parte è ancora avvolta nel mistero. L’autopsia dirà cosa è accaduto, cosa ha ingerito, qual è stata la vera causa della tragedia. E in ogni caso resterà sempre qualche dubbio. Magari il suo corpo era fragile per altri motivi e il destino ha voluto che tutto accadesse proprio lì, domenica mattina.
Ma alcune questioni di fondo restano, anche basandoci sulle testimonianze dei suoi amici venuti qui a Sovigliana, alle porte di Vinci, per vivere una notte spensierata.
La prima domanda: si possono chiudere i locali che sono market a cielo aperto della droga? La seconda: chi deve controllare questi spazi? Impensabile che siano solo le forze dell’ordine, e allora è necessario che ci sia un’attività intensa e attenta di chi ne ha la responsabilità. La terza, che in realtà interroga tutti noi: siamo in grado di proporre alternative allo sballo a questi giovani? Che siano attrattive, coinvolgenti, interessanti?
Erika, che abitava con la famiglia nel quartiere di Salviano a Livorno, è descritta da tutti come una ragazza brava e gentile, molto legata alla famiglia, determinata e premurosa. La città la sta piangendo, al dolore si è unita idealmente tutta Italia.
Ampi servizi nei nostri telegiornali di oggi, lunedì 21 ottobre, con gli aggiornamenti anche sulle indagini in corso.