ROMA- C'è anche il Viruseconomy che si fa sempre più strada. L’inverno è alla fine e ci si avvia alla bella stagione, per la voce Turismo che per l’Italia rappresenta 1/5 del proprio PIL prende il via il semestre per eccellenza che avrebbe registrato un via vai di visitatori provenienti da tutto il mondo dell’ordine di decine e decine di milioni. Ma siamo nell’anno del Coronavirus e se da una parte l’emergenza sanitaria riveste l’attenzione primaria, l’emergenza economica sale e si affianca a quella della salute con aria minacciosa anche perché se da una parte, pur senza matematica certezza, si suppone che l’effetto infettivo possa scemare e decadere con l’arrivo del caldo, l’impatto sull’economia possiede un onda più lunga e potrebbe profilarsi una situazione difficilissima.
Di giorno in giorno il Covid provoca gravi difficoltà produttive, logistiche, commerciali, dei servizi collegati, dei contratti lavoratori stagionali o indeterminati, anche loro a rischio.
Viruseconomy quindi, che aggredisce e non sembra avere vaccini immediati.
Una valutazione di quanto già perso in questa fase lop ha già fatto la Coldiretti Nazionale guardando solo al proprio settore di interesse e forse basta già questo campione per avere una idea dell’impatto al quale stiamo andando incontro:
Il fatturato delle Aziende inserite nell’economia primaria tra produzione pe ri mercati, di consumo e agriturismi segnala disdette di ordini pari al 27%, crollo del fatturato del 41%, prenotazioni tagliate del 79% e difficoltà a sostenere le spese di mantenimento nel lungo periodo, individuato a tutto marzo, che tocca il 51%
a peggiorare la situazione e a condizionare un periodo più lungo per risalire i punti negativi di questo trauma è il fatto che è in atto a livello internazionale una campagna massmediatica particolarmente denigratoria ai danni del paese e questo, oltre a produrre effetti disastrosi, avra’ bisogno di notevole ingegno e strategie opportune per togliere ogni dubbio all’utenza mondiale.
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