17 marzo, l’Anniversario dell’Unità d’Italia

Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861”

Queste parole rappresentano il testo della legge n. 4671 del Regno di Sardegna. Quella legge che, pochi giorni dopo, sarebbe diventata la legge n. 1 del neonato Regno d’Italia. Un Regno, laddove pochi anni prima ve ne erano addirittura sette.

Ma come nacque – dunque – l’Italia unita?

Nel biennio 1859-60, in seguito alla Seconda Guerra d’Indipendenza, l’obiettivo dell’unificazione territoriale era quasi raggiunto: mancavano solo il Lazio – sede dello Stato Pontificio - ed il Triveneto. Dopo l’armistizio di Villafranca, infatti, la Lombardia passò alla Francia e successivamente fu annessa al Regno di Sardegna. In questi mesi delicati, in ossequio dei patti tra Francia e Regno di Sardegna, ai primi passò la regione della Savoia e la città di Nizza. Al futuro Regno d’Italia, invece, furono annesse Parma, Modena, la Romagna pontificia e Cavour, mediante un plebiscito, ottenne anche la Toscana (11-12 marzo 1860). L'Austria si trovò così a perdere in Italia non solo la Lombardia, ma anche il sistema di ingerenze che le aveva assegnato il congresso di Vienna. Ciò diede un impulso decisivo al Risorgimento che con la successiva spedizione dei Mille del maggio 1860 porterà a termine, nel marzo 1861, il processo di formazione del Regno d'Italia.

VIII Legislatura

Il 18 febbraio 1861 a Torino – nella sede di Palazzo Carignano – si riunì il nuovo Parlamento. Le due Camere comprendevano deputati e senatori eletti o nominati anche dalle “nuove provincie”, a dimostrazione del carattere unitario del Regno. Questo nuovo governo, che sin da subito si riconobbe come “italiano”, si numerò però come VIII Legislatura, continuando così con la numerazione del precedente Regno di Sardegna, sottolineandone la continuità istituzionale. Continuità che viene messa in luce anche dal nome del primo Re d’Italia: Vittorio Emanuele II.

La legislatura si aprì con il canonico discorso della Corona pronunciato dal Re. Successivamente, il 21 febbraio, Cavour, allora Presidente del Consiglio, presentò un progetto di legge di un solo articolo al Senato:

Articolo unico. Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d’Italia.

Neanche un mese più tardi, il 17 marzo di quasi 160 anni fa, quella proposta divenne norma, con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia n.67.

Da quella data, che è ricordata come “Anniversario dell’Unità d’Italia”ed è festa nazionale, si parlerà sempre del nostro paese come di uno Stato unitario.

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