ROMA - Va avanti con soluzioni condivise il lavoro di Regioni e Governo per garantire nel modo più efficace possibile la sicurezza sanitaria e quindi la ripartenza del Paese. E' chiaro che i problemi sono tanti. La pandemia continua e la gestione dei servizi sul territorio deve trovare subito il giusto equilibrio tra sostenibilità nell'erogazione del servizio e le misure per il contenimento del virus.
In tutti mezzi di trasporto locale, compresi quelli ferroviari, sono previste misure che consentono una capienza pari all'80%, privilegiando i posti a sedere e rispettando precise regole per ridurre al massimo i rischi di contagio. La mascherina sarà obbligatoria ed è inoltre prevista la sanificazione degli ambienti e un adeguato ricambio d'aria. Per raggiungere questi obiettivi di efficacia e sicurezza il Governo si è pertanto impegnato a fornire in tempi brevi tutte le risorse necessarie a garantire quel 20% di servizi mancanti e aggiuntivi.
Nel rapporto fra Regioni e governo "il clima di fondo è di collaborazione, alla fine le intese ci sono sempre state", le parole del governatore della Toscana Enrico Rossi. In una situazione di emergenza "è evidente che ci sia una tendenza ad accentrare il potere, ma il governo è consapevole che senza di noi questo Paese non si può gestire" aggiunge.
"Solo un pazzo può pensare che la scuola non possa ripartire – sottolinea - Problemi ce ne sono stati, ma abbiamo trovato gli spazi. Può darsi che manchino un po' di banchi i primi tempi. Non per questo condivido chi vuole rinviare l'apertura a dopo le elezioni". Sono problematiche "che si potevano risolvere attingendo al Mes e il M5S su questo ha gravi responsabilità. Con quei soldi, il governo doveva fare un piano a luglio sulla scuola e sulla sanità". Per quanto riguarda l'accordo sui trasporti, Rossi non vede quale possa essere la differenza "tra l'80% e il 100% delle sedute su un autobus. Mi sembra una follia. Io ero favorevole anche al 100%". per gli stadi "aspetterei ancora" ma "tra il niente e uno stadio con 60 mila persone c'è anche una via di mezzo. Con tribune numerate, distanza minima, obbligo di mascherina e ingressi separati, se ne potrebbe anche discutere".
Per i tamponi, una linea unica dal governo è "una cosa buona" ma evitiamo "che a decidere sia sempre e solo Roma, altrimenti si finisce con 400 decreti attuativi ancora da varare".
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