ROMA - La luce in fondo al tunnel anche se i prossimi mesi saranno ancora complicati e difficili. "Entro la fine di gennaio dovremmo avere le prime dosi del vaccino anti Covid. L'Ema dovrà dare l'autorizzazione ma tutti i dati segnalano che dovremmo averle".
A comunicarlo è il ministro della Salute Roberto Speranza annunciando anche che "tra qualche settimana dovremmo avere anche un altro strumento: gli anticorpi monoclonali, una realtà italiana molto interessante”.
A proposito di anticorpo monoclonale, lo scorso 12 novembre il presidente della regione Toscana Eugenio Giani aveva consegnato il Pegaso d’oro allo scienziato Rino Rappuoli e al presidente della Fondazione Toscana Life Sciences, Fabrizio Landi. La Fondazione di Siena è attualmente impegnata nella ricerca per un farmaco con anticorpi monoclonali; Rappuoli è uno dei massimi esperti di vaccini al mondo, attualmente direttore scientifico e coordinatore del progetto che si era pronunciato in questi termini, annunciando quando questo monoclonare sarà pronto:”Le nostre previsioni sono di avere questo monoclonare pronto per l'uso a marzo 2021. Per ora tutte le cose stanno andando secondo queste tempistiche, è chiaro che noi stiamo facendo ricerca e sviluppo, ed in questo settore bisogna sempre sapere che i fallimenti ed i ritardi sono sempre possibili ma cerchiamo di evitarli".
L’anticorpo monoclonale sarà una terapia valida in attesa di una vaccinazione su larga scala che come annunciato dal ministro Speranza avverrà da primavera inoltrata in avanti. Le prime dosi saranno infatti destinate ai medici e agli infermieri in prima linea e alle persone più fragili.
“Ancora nessuno dei vaccini ha avuto un ok definitivo dalle autorità, dall'Ema – spiega il ministro - però i vaccini di AstraZeneca, Biontech e Moderna saranno i primi per cui la comunità europea ha stretto accordi".
All'Italia andrà il 13,6% di tutta la quantità di vaccini anti Covid acquistata dalla Comunità europea.
Qualche mese ancora di resistenza e poi questa emergenza dovrebbe lasciare spazio ad un graduale ritorno alla normalità. Intanto a livello nazionale "L'Rt sta scendendo. E la sequenza è che prima si riduce l'indice di contagiosità, poi quello dei ricoveri e per ultimo, purtroppo, quello dei morti. L'obiettivo resta quello di portare l'Rt sotto il livello di uno. Perché così diminuisce in modo significativo il numero dei casi e questo a sua volta consente di tornare ad avere un tracciamento sistematico dei contatti stretti e di allentare la pressione sugli ospedali. Speriamo di raggiungere l'obiettivo 'Rt inferiore di 1 prima di Natale. I presupposti ci sono". Queste le parole del presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro.
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