Alta velocità, il nodo di Firenze

La strozzatura dell’alta velocità può provocare un collasso dei collegamenti tra nord e sud d’Italia. Lo abbiamo visto in questi giorni, in queste ore. Per l’incidente nella galleria a sud di Roma si sono accumulati ritardi e cancellazioni.

Da anni, e non è un incidente, c’è il collo di bottiglia di Campo di Marte, a Firenze. I lavori sono interrotti e adesso il presidente della Regione Toscana rilancia la sfida alle ferrovie: ripartiamo in autunno, rimettiamo in moto la talpa che scava sotto terra. E da Rfi a stretto giro di intervista arriva la conferma che quella è un’opera veramente strategica e che, terminata la ricognizione dei nuovi prezzi delle materie prime, sarà possibile davvero ripartire con i lavori.

Il modello è quello di Bologna. I treni ad alta velocità passano sotto la stazione e liberano i binari per i treni regionali, quelli dei pendolari. Santa Maria Novella senza dubbio è una stazione che, così com’è, fa perdere molto tempo ai treni che si fermano nel capoluogo toscano. In teoria, con la nuova stazione, tutto sarebbe più veloce.

Restano i dubbi di sostenibilità ambientale, che esistevano ancor prima dell’inchiesta che bloccò i cantieri, e c’è comunque un cambiamento del mercator, dei flussi. Ma le istituzioni restano concordi nel ritenere quell’opera fondamentale per la Toscana intera e anche per l’Italia, che sempre più si affida ai treni per gli spostamenti.

Un servizio oggi nei nostri telegiornali in diretta.

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