Quale sanità in Toscana?

Gli stati generali della salute, in Toscana, hanno indicato una direzione: quale sanità vorremmo avere? Un lavoro lungo e poderoso, riassunto nelle 44 pagine del documento consegnato a Firenze al ministro Roberto Speranza. Il quale ha risposto: diamo un miliardo in più. Sono risorse fondamentali per migliorare l'assistenza. Mercoledì 15 giugbno il Consiglio regionale voterà una risoluzione che accompagnerà il testo.

Speranza, che non ha incontrato i giornalisti che l'attendevano fuori, ha spiegato nel suo intervento che alla Toscana arriverà un miliardo in più. Risorse importanti, che serviranno ad affrontare le questioni di maggior rilievo che emergono.

Su tutte, la questione del personale. “Ci sono le condizioni per una tempesta perfetta – ha spiegato Enrico Sostegni, presidente della commissione Sanità – tra la gobba dei pensionamenti, l’imbuto formativo, la fuga verso il privato e all’estero, il tema della retribuzione. Il ministro ha dato soluzione alla questione dell’imbuto formativo, dobbiamo lavorare al resto per creare le condizioni per cui lavorare nel pubblico sia lo sbocco prioritario. Si tratta di un architrave, se si spezza viene giù tutto”.

Altre questioni fondamentali: il rapporto con il terzo settore “che non riguarda solo il trasporto sanitario e l’emergenza urgenza, perché si costruisce un sistema che funziona solo se lo si fa con la cittadinanza organizzata” e l’integrazione socio-sanitaria, “un percorso difficile ma ormai sempre più necessario”.

Le case di comunità rappresentano la grande novità per il futuro. Le finanzia il piano di ripresa e resilienza, nella nhostra regione saranno oltre 70. Il modello è un po' quello della case della salute, che in Toscana si sono sviluppate negli ultimi anni.

Al nostro telegiornale ne parla proprio il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. Eugenio Giani, invece, tiene a sottolineare di aver messo al sicuro i conti, dopo le polemiche dei mesi scorsi. E poi parla del nuovo scenario del Covid, nei prossimi mesi. "Vogliamo risposte dal governo: sarà obbligatoria la quarta dose?". In quel caso occorrerà riattivare anche gli hub più grandi, altrimenti il modello potrebbe essere quello più "diffuso".

Insomma per capire quale sanità è possibile per il futuro un passo è stato fatto. Ora è il momento delle scelte.

 

 

 

 

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