Il Parlamento europeo ha deciso davvero sulle case green. Entro dieci anni (a meno di dietrofront che sono sempre possibili, come per le auto elettriche) ogni edificio (anche privato) dovrà essere almeno in classe energetica D. E già nel 2030 dovrà essere arrivato alla classe E. Addirittura di qui al 2050 l’obiettivo è quello delle emissioni zero. Nel nostro Paese invece ci sono quasi due milioni di immobili nell’ultima classe energetica, la G. Se la direttiva diventerà efficace, non sarà rinviabile la ristrutturazione, bisognerà adeguarli.
Cinquanta miliardi per le case green
Questo spiega i grandi timori che ci sono adesso, soprattutto da parte dei proprietari e delle associazioni che li rappresentano. E’ comunque vero che il testo dovrà essere esaminato di nuovo nella Commissione e nel Consiglio europeo (dove sono rappresentati tutti i governi) prima del via libera definitivo, ancora in Parlamento. E quindi adesso comincia una fase di negoziazione delicatissima e decisiva per l’Italia.
Il nodo degli incentivi
“La direttiva sulle case green è insoddisfacente per l’Italia”, ha detto il ministro della sicurezza energetica Pichetto. E dalla maggioranza adesso parlano di nuova mazzata su 8 milioni di famiglie italiane. Diverso l’umore degli ambientalisti, che invece parlano di timori ingiustificati e informazioni false.
Resta un nodo: quello degli incentivi. Se davvero la direttiva troverà piena applicazione, non sarà possibile non sostenere le famiglie in questa colossale ristrutturazione di massa. Per l’Ance, l’associazione dei costruttori, le spese necessarie sarebbero almeno di 40 miliardi, forse 60. Si parla di 20-25mile euro per ogni singola ristrutturazione. Ci sono altre due conseguenze possibili: da un lato il deprezzamento degli immobili non a norma, dall’altro la difficoltà di reperire il materiale necessario per ristrutturare. Insomma, un ginepraio. Che non è ancora chiarissimo nelle sue forme, ma che, oltre agli innegabili vantaggi, rischia di provocare nuovi gravi problemi.
C’è un’ultima annotazione importante comunque da fare: potrebbero essere esclusi gli immobili storici o dal particolare valore architettonico, quelli che si trovano all’interno di determinate aree, e quindi tutelati e poi, forse, le seconde case.
Un servizio è nei nostri telegiornali della sera di oggi, 14 marzo.