LIVORNO- E' il tesoro della tenuta di Suese, nel Comune di Collesalvetti, una scoperta sensazionale. 175 denari in argento conservati in un orcio, poi sepolto dal proprietario in un luogo sicuro, così sicuro, che è rimasto lì per 2100 anni, ritrovato solo per motivi di lavorazione del terreno e questo ci racconta anche che chi lo nascose non potette goderselo, finale negativo quindi.
Il recupero, il restauro, lo studio e l’esposizione al pubblico di quanto trovato ha messo in squadra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Livorno e Pisa, il Museo di Storia Naturale che espone il tesoretto dal 5 maggio fino ai primi di luglio e il GAPL, il Gruppo Archeologico Paleontologico Livornese.
Una finestra su un ritrovamento davvero raro, sia per la quantità, 175 monete e sia per il periodo storico di produzione, a cavallo tra il II e il I secolo aC.
Ma si trattava davvero di una cifra di tutto rispetto?
Il Denario era la principale moneta d'argento di Roma e lo fu per oltre 4 secoli. Era in argento, del peso di 4,5 grammi, grande come una attuale moneta da 20 centesimi di euro.
Quanto poteva valere?. Accanto al denario vennero introdotti il mezzo denario, cioè il Quinarius (V), ed il quarto di denario, cioè il Sestertius (IIS). Quindi un denario corrispondeva a 4 sesterzi ed il sesterzio equivaleva a 4 Assi, unità monetale più piccola.
Con un asse si poteva acquistare ½ Kg di grano o 2 Kg di lupini o 1/4 di vino comune, o 1/2 chilo di pane, o entrare alle terme.
Se oggi una moneta ha un valore nominale e un valore reale, cioè con 15 euro posso provare a mangiare una Pizza in Italia mentre in Grecia posso permettermi un pasto completo in una trattoria, nella antichità c’era anche il valore ponderale dovuto al metallo impiegato per la moneta secondo il modello a due del tempo: argento e bronzo. L’oro sarebbe arrivato dopo, con Giulio Cesare. A quel tempo la moneta non andava fuori corso perché se in una determinata data un denario aveva un peso di 4,5 grammi ed in seguito veniva ridotto a 4, quel mezzo grammo avrebbe fatto la differenza nella capacità di acquisto.
Non conosciamo il costo della vita in età romana se non a sprazzi, abbiamo ad esempio dei tariffari che ci provengono dalla Pompei falciata dal Vesuvio e quindi sono del 79 dC, molto dopo quelle che vediamo esposte nelle bacheche. Però ci viene incontro un elemento che ci è di prezioso aiuto. Ai tempi di Roma l’inflazione era intorno allo 0,1% annuo, grazie alla potente solidità economica, infrastrutturale e istituzionale dello Stato. Cosa che oggi ci sogneremmo. Quindi possiamo confrontare i prezzi di Pompei con 150 anni prima e calcolare una svalutazione tra le due datazioni del 15%.
A Pompei 1 Kg di pane costava 2 assi, ½ litro di vino 1 sesterzio, 1 prostituta ½ denario, 1 tunica 3 denari, 1 mulo 125 denari, 1 schiavo da fatica 630 denari
Un elemento solido data la ricchezza di documenti a noi pervenuti è la condizione economica dei soldati, oggetto di leggi dello Stato, decreti ed annotazioni degli storici e degli economisti del tempo per cui va considerato il riferimento sociale tipo ed è paragonabile oggigiorno al classico impiegato di banca. La paga era modesta ma permetteva di vivere dignitosamente per una famiglia di 4 persone. Nel corso del I secolo aC in relazione al periodo di queste monete, lo stipendio annuo di un legionario era di 150 denarii e quindi l’intero orcio rappresenterebbe 13 stipendi mensili e che molto probabilmente dovremmo immaginarcelo come la liquidazione di un legionario dopo 13 anni di servizio militare anche se a quell’epoca l’obbligo di leva era di 25 anni, forse 12 anni di liquidazione erano stati già spesi per acquistare un lotto di terra, una casa e gli strumenti per avviare da parte dell’uomo una nuova vita. Il resto dei soldi sarebbero serviti per altri acquisti, ma non avvenne e neanche ci fu un futuro per quel povero uomo che aveva affrontato molti nemici in battaglia ma perse la vita in quei primi tempi della sua nuova vita, tranquilla. Ne parliamo nei nostri notiziari che possono essere seguiti su cellulare e smartphone con la App di Live tv sul sito Granducatotv.it