AGGIORNAMENTO 23/06/2023 13:30: online il video.
LIVORNO - Su Telegranducato lo speciale assemblea Assarmatori che si è svolta nei giorni scorsi a Roma. L'associazione che da voce agli armatori ma anche ad operatori del trasporto ha organizzato un'occasione per riflettere sulle questioni legate all'attualità del comparto dove sono intervenuti di numerosissimi rappresentanti istituzionali, dai ministri Salvini, Fitto, Santanché e Musumeci, ai presidenti di numerose Autorità di sistema portuale, operatori e anche molti studenti di istituti tecnici e del settore marittimo. Sono emerse anche criticità e richieste del comparto, con un allarme chiaro lanciato dal Presidente dell'associazione Stefano Messina. “Costi contenuti, servizi regolari ed efficienti, una funzione essenziale al servizio dell’economia del Paese. Il mare è e resta la modalità di trasporto strategicamente più importante per l’Italia, ma sul futuro della flotta nazionale incombono gli extra costi legati alle normative per la transizione energetica e le problematiche quotidiane derivanti da una macchina burocratica che non trova riscontro negli altri Paesi europei. E da questo discende il pericolo di una progressiva perdita di competitività della bandiera italiana e quindi di uno spostamento delle navi di armatori nazionali sotto bandiera di altri Stati, anche comunitari”.
Stefano Messina si è rivolto direttamente al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, presente all’assemblea: “Ammainare la bandiera italiana significa ammainare una parte importante dell’italianità del mondo, è una cessione di sovranità, significa mettere in discussione una parte consistente dell’occupazione marittima italiana, spostare all’estero centri decisionali dai quali dipendono gli approvvigionamenti, i servizi svolti oggi da aziende italiane”.
Semplificazione chiesta a gran voce anche per dare nuovo impulso all’occupazione italiana a bordo delle navi: “Nel nostro settore c’è spazio per nuova forza lavoro, ne abbiamo bisogno – ha detto ancora Messina – Tuttavia le procedure di arruolamento comportano lungaggini, sono costose e farraginose, con la conseguenza che i giovani guardano con maggiore interesse altrove”.
Nella relazione del Presidente di Assarmatori emerge con decisione anche lo sforzo nel quale gli armatori italiani si stanno impegnando per attuare la transizione energetica: “Gli armatori italiani sono pronti a fare la loro parte, ma le regole dettate dalla Unione Europea in materia di aiuti di Stato per poter usufruire dei 500 milioni di euro stanziati nel Fondo Complementare al PNRR ne hanno immaginato investimenti per tecnologie che non esistono o che, se esistono, prevedono l’uso di carburanti non ancora disponibili. I limiti territoriali e temporali hanno fatto il resto, posto che per molte tipologie di navi la cantieristica europea non è più in grado di costruire”.
Un servizio speciale sull'assemblea annuale di Assarmatori con numerose interviste in onda anche nella nostra trasmissione Porto all'orizzonte questo giovedì 22 giugno alle 19:55 e venerdì alle 23 su Telegranducato e poi anche visibile on demand.