ROMA- Quasi 10 milioni di italiani andranno a caccia di sconti, lo dice IPSOS, anzi, è ancora più specifico e indica che acquisteranno 3 prodotti a testa, anzi, ancora più dettagliato: calzature, pantaloni, maglietta. Preveggenza o dati statistici? Rimaniamo a raccontare il movimento di massa di 10 milioni di persone seguendo le indicazioni di IPSOS e anche le speranze dei negozianti. L’ente calcola anche quanto denaro sarà speso da ciascuno degli acquirenti, 225 euro. E’ il fascino del saldo estivo o è una condizione anche psicologica, quella di voler rimanere fuori dal gorgo della fascia meno abbiente dimostrando di essere ancora un consumatore, si perché nell’articolo redatto sempre da Ipsos quei 10 milioni di italiani vengono chiamati consumatori ed è una parola che rievoca tempi passati, nostalgica. 1 italiano su 3 ha ridotto la propria spesa a causa del caro-vita data dall’aumento dei mutui, dei prestiti, delle bollette, della spesa alimentare soprattutto, per la quale con una banconota da 50 euro esci con una busta di oggetti che soddisfano due o tre giorni. IPSOS si basa su proiezioni statistiche e su una indicazione media che si spalma su tutta la popolazione presa a riferimento. 225 euro servono per rifarsi un guardaroba costituito da tre oggetti, quindi 80 euro ad oggetto. Si sa, la statistica è la terza categoria delle bugie dopo quelle piccole infantili e quelle giganti. Ci sarà chi comprerà più di tre oggetti, chi ne comprerà uno solo, chi spenderà più di 225 euro, chi non saprà come averli. In un paese dove il consumo è solo per pochi, i soliti, è proprio l’ansia di non farne parte che può fare da effetto spinta. Per i capi di vestiario si insinua un altro fattore, determinante, l’effetto meteo. La sua incertezza porta a non comprare capi pesanti che poi non usi e che costano. Ora arriva il caldo torrido ed è un bene perché col caldo basta una maglietta, un paio di jeans e un paio di sandali, allora avanza qualcosa per comprare da mangiare, quello, caldo o freddo, serve, allora anche psicologicamente si è più contenti, siamo consumatori.