Brava è brava, Beatrice Venezi. E' direttore (lei vuole così, al maschile) d’orchestra ormai di (meritata) fama internazionale. Ma certo non disdegna le provocazioni, anzi viene il sospetto che un po’ se le cerchi.
E così nella serata del “summer festival” di Lucca (che per l’occasione apriva le celebrazioni pucciniane) ha deciso di eseguire l’Inno a Roma di Puccini. Risale al 1919, all'indomani della prima guerra mondiale. Ma ha la particolarità di essere stato adottato come inno dal fascismo e successivamente dal Movimento Sociale Italiano.
E’ bastato l’annuncio di questa esecuzione per provocare un caso politico. E alcuni (come il sindaco di Viareggio) hanno disertato la serata. La replica di Venezi è che l’inno non c’entra niente con il fascismo, è stato composto prima e solo dopo è stato ideologizzato. Noi nel nostro telegiornale vediamo invece Beatrice Venezi impegnata due anni fa a Livorno, in un altro festival musicale di grande prestigio. E nel segno di Mascagni non ci fu nessuna polemica.