Camaldoli è un luogo simbolo della religiosità ma 80 anni fa, nel momento più duro per gli italiani della seconda guerra mondiale, lo è diventato anche per il nostro Paese. E il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato, al monastero, al convegno per gli 80 anni del codice di Camaldoli. Cos’è il codice? Un testo preparato da trenta personalità cattoliche e laiche nel 1943, tra la fine del regime fascista e i primordi della democrazia moderna. Un codice che tracciò i principi della Carta Costituzionale, scritta e varata pochi anni dopo.
Ad accogliere Mattarella è stato il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei. Con lui anche il vescovo di Arezzo Andrea Migliavacca.
Da Camaldoli rinnovato impegno per la pace
Il presidente del vescovi italiani, inviato speciale del Papa tra Kiev, Mosca, Washington e presto la Cina, ha parlato anche della pace. «Dobbiamo constatare che la pace non è mai un bene perpetuo neanche in Europa. Questa consapevolezza dovrebbe muoverci a responsabilità e decisioni!». Il Codice di Camaldoli, uno dei documenti più significativi del cattolicesimo italiano del Novecento, fu scritto in «uno dei momenti più bui della lunga notte della guerra». «E anche allora c'era un Papa che - come oggi Francesco – ha concluso Zuppi - parlava senza sosta di pace: Pio XII”.
Zuppi, all'inizio della settimana, èstato a collquio anche con Joe Biden, presidente degli Stati Uniti. E continua così a tessere la tela diplomatica della Santa Sede per una possibile soluzione diplomatica in Ucraina.
Al termine dell’incontro, a cui hanno partecipato le istituzioni locali e regionali, il Presidente della Repubblica ha visitato la mostra fotografica “Dalla ‘Costituzione Giacobina’ del 1793 al Codice di Camaldoli del 1943”, illustrata dal curatore Monaco Claudio Ubaldo Cotoni, Archivista del Monastero.
Un servizio da Camaldoli è nei telegiornali di Telegranducato del 22 luglio.
La foto è tratta dal sito Quirinale.it