Estero- Il clima cambia, le acque salgono e si registra il panico in quei paesi che stanno per divenire nuove Atlantidi. Se un paese affonda e scompare dalla faccia della Terra, può continuare a essere considerato tale? La questione esistenziale se la pone Tuvalu, nazione di nove atolli e 12mila abitanti nel sud del Pacifico diventata simbolo del cambiamento climatico. Sono trent’anni che Tuvalu lancia periodicamente un grido d’aiuto. Il livello del mare continua a salire a causa del riscaldamento globale, la popolazione di Tuvalu è prossima ad emigrare in blocco, ma per andare dove? E soprattutto, quando l’acqua si mangerà anche l’ultima striscia di terra, Tuvalu continuerà a esistere come nazione? Il problema non è attendere di vedere sommersa l’ultima striscia di terra perché la penetrazione dell’acqua marina ha già ucciso i lavori agricoli e messo in ginocchio parte dell’economia che prevede anche la pesca, ma non basta. L’appello del governo è quello di vedere garantita l’esistenza dello stato di Tuvalu anche quando questo non ci sarà più, ma secondo la Convenzione di Montevideo, un paese deve avere un territorio fisico, una popolazione permanente, un governo e la capacità di interagire con altri stati. Tutte caratteristiche che Tuvalu perderà, e con lei anche altri paesi che stanno affondando come Vanuatu, Palau, Antingua e Barbuda, solo per citarne alcuni. I paesi vicini, intanto stanno ridisegnando le loro mappe marittime per includere una fetta di quel mare che appartiene ancora ai vicini prossimi all’immersione e che potrebbe fornire vantaggi economici grazie ai propri piedi ancora all’asciutto.
