La curva nord del Livorno ha diffuso un comunicato nel quale si specificano alcune posizioni relative all'assetto societario e alla gestione del Livorno: "Dopo lo striscione di Piacenza, viste le innumerevoli ed inutili polemiche che ha causato, interveniamo anche noi. Noi che sappiamo ciò che molti tifosi evidentemente o non sanno, o più semplicemente non ricordano.
Ad inizio anno siamo stati a Genova per preparare il terreno ad una promozione che è poi avvenuta, lo ricordiamo ai più distratti, anche grazie a noi, noi che abbiamo lavorato non poco per stemperare la contestazione e ricreare entusiasmo intorno al gruppo, cosa difficile vista la gestione suicida degli ultimi anni. E lo abbiamo fatto, è bene rimarcare, solo al fine di rendere fruibile la vendita a GENTE SERIA. Così nacque il famoso “patto di Genova”.
Accettammo difatti perché c’era un progetto, dei volti nuovi, e più che altro sentimmo dire dalla Presidenza che la cessione era davvero l’unico orizzonte della stagione. Nel contesto avvenne anche il riconoscimento esplicito di vari errori precedenti, e la constatazione che questo avrebbe portato la proprietà a rimanere solo nel suo ruolo, senza trabordare. Sul campo avrebbe quindi lavorato una nuova parte, alla quale in caso di promozione andava come riconoscimento il 20% delle quote.
La vendita perciò - venne detto dalla stessa famiglia Spinelli - sarebbe stata possibile attraverso questa parte subentrata, che poi invece è stata allontanata con un colpo di coda durante la crisi. Di Romano invece non se ne sentiva neppure parlare, e se ha versato dei capitali importanti stava a chi di dovere al momento informare i tifosi, sempre se a questo punto ciò è avvenuto, e sarebbe bene fare chiarezza e dimostrarlo.
Romano compare infatti nella nostra società come un lampo. Si scopre infatti improvvisamente che Spinelli aveva accordato a questo strano personaggio arrivato dal nulla l’opzione d’acquisto di tutta o di parte della società, ad una cifra importante se il Livorno andava in serie B, e ad 1€ (come come nei migliori discount) se al contrario rimaneva in Lega Pro. D’altronde, come ci venne ricordato a Genova, non c’è nessun vincolo nei confronti di cosa combina chi arrivava se si lasciano i bilanci in pari, e quindi, essendo la C un peso importante da sopportare, perché priva di introiti come i diritti Tv, la Presidenza avrebbe abbandonato la “carcassa” Livorno al primo venuto anche per un euro in caso di delusione, pur di non avere più a che fare con la maglia amaranto e con l’incombenza di troppi costi in essere.
Va da sé - ma non troppo - che si narra difatti che durante le ultime giornate il nuovo arrivato si sarebbe detto soddisfatto con la squadra “a prescindere” da come andava poi a finire, promossi o meno (!).
Ma magari sono solo dicerie...
Noi, come abbiamo detto nello striscione, anche con Bandecchi avvisammo che il pericolo era di veder finire il Livorno nelle mani sbagliate, e basta guardare la fine della Ternana per capire se avevamo ragione oppure no. Ed anche in quel caso ricordiamo che fummo accusati di intralciare la vendita della società e di non essere “mai contenti”.
Pertanto, non fosse la nomea di uomo vicino a Lotito, che Romano si è rimangiato quando gli è stato detto che non giovava troppo da queste parti, o la confusione creata con Signorelli e Corsi a fare da spaventapasseri del nulla per conto di due presidenti assenti, la manovra maldestra Foschi culminata col dover richiamare Sottil e l’estromissione di chi ci venne presentato a suo tempo come parte competente ed unica via per arrivare ad una cessione; questa comparsa ci è sembrata l’ennesima mossa per gettare fumo negli occhi alla piazza.
Una confusione che, ipotizzando, potrebbe portare a far credere ora in questo “salvatore arrivato dal nulla” che ancora non sappiamo bene se e quanto abbia investito, per poi magari, una volta verificatosi il bluff che ipotizziamo, veder tornare il Presidente ed il figlio in veste di salvatori della patria a dire “menomale ci siamo ancora noi che siamo gli unici seri”.
Se veramente Spinelli vuole vendere, una volta per tutte è il momento, ed è caso che metta nero su bianco la sua richiesta per questa società a dei garanti, con un atto d’impegno ufficiale scritto, in maniera che se davvero c’è qualcuno che ha idee e voglia di costruire per il bene della piazza possa farci un pensiero. Dei bluff siamo stanchi più di quanto la famiglia Spinelli, il giorno dopo una promozione, ricorda di esserlo di Livorno e di calcio.
In questa città si ammazza l’entusiasmo da troppo tempo, si fanno guerre ai giocatori rappresentativi e si tribola per il rinnovo di perni fondamentali come Protti, il quale, proprio come Mazzoni, senza il nostro lavoro oggi non sarebbe qui. Ma si sa bene, oramai si governa anche in politica sulle emozioni del momento e senza lucidità, per questo assistiamo a <<scenette>> di gente che si è sentita dire in faccia insieme a noi “il Livorno non mi interessa più” che va a Genova a lustrare il padrone e poi prega di veder concedere di più sul porto perché questi ci ripensi. Oppure gli concede il merito assoluto di questa ennesima promozione.
Ad inizio anno abbiamo preso degli accordi che poi non sono stati rispettati, per questo, per noi, da settembre tutto torna come prima senza chiarimenti.
Anche perché nessuno ci ha riconosciuto il merito e ci ha mai coinvolto direttamente se non quando faceva comodo.
Forza Livorno sempre, perché Livorno Siamo Noi".