Con 321 voti favorevoli alla Camera è stata raggiunta la maggioranza assoluta. Un esito non scontato ma senz'altro prevedibile. La vera partita del Governo Conte bis, però, è iniziata questo martedì 19 gennaio con la resa dei conti al Senato. Qui la maggioranza assoluta è una sfida più difficile, il premier mira a quella relativa, per poi attirare nuovi parlamentari in modo da rafforzare la compagine di Governo. Baricentrico anche questa volta il ruolo dei senatori renziani che hanno garantito l'astensione, ma non si escludono colpi di scena. Insomma una partita sul filo del rasoio: sullo sfondo c’è anche lo spettro del voto.
Ad aprire questa giornata l'intervento di Conte, poi un dibattito in Assemblea a Palazzo Madama fino alle 16.30. Alle 17.30 la replica del premier, poi le dichiarazioni di voto, e secondo il programma, la votazione di fiducia alle 19.30 per concludersi circa un'ora dopo.
Il primo intervento di Conte
"Adesso bisogna voltar pagina. Questo Paese merita un governo coeso, dedito a tempo pieno a lavorare esclusivamente per il benessere dei cittadini e per favorire una pronta ripartenza della nostra vita sociale e una incisiva ripresa della nostra economia". Il presidente Conte affronta nel suo discorso le questioni focali della pandemia e della campagna vaccinale, del Recovery plan e del rapporto con l'Europa, delle grandi opere e della necessità di far ripartire il paese. Intanto Matteo Renzi con un tweet annuncia che parlerà nel pomeriggio.
"Ora o mai più": il discorso di Renzi
"Signor Presidente ora o mai più per la scuola [...] ora o mai più per l'economia [...] ora o mai più per il Mes: investiamo 2700 euro a testa per la sanità, la Germania il doppio"
Matteo Renzi nella prima parte del suo discorso in Senato sottolinea che proprio questo, nel bel mezzo della crisi, è il momento giusto per mettere in discussione l'operato del Governo. Secondo il leader di Italia Viva infatti vi è la necessità di sfruttare al massimo i fondi europei ma soprattutto di pianificare gli investimenti che determineranno il futuro del paese. Anche nella parte finale dell'intervento Renzi si rivolge direttamente al premier: la questione però si sposta su un piano "politico" ed il senatore di Italia Viva infatti imputa un atteggiamento trasformista al primo ministro: prima alleato di Governo del centrodestra poi del centrosinistra; prima sovranista poi europeista; prima sostenitore di Trump, ora di Biden. Questa la conclusione del discorso:
"Quando si fa politica si può anche rinunciare a una poltrona non a un'idea, mi auguro che metta al centro le idee e non lo scambio di poltrone perché il Paese non si merita un mercato indecoroso".
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