Acciaio indiano. Jindal ha acquistato le acciaierie di Piombino.

La firma per le acciaierie di Piombino è arrivata tardi, il 17 maggio. Alle 22, in una riunione che durava ormai da giorni senza sosta al Ministero dello Sviluppo Economico, gli indiani del gruppo Jindal hanno ufficialmente acquistato quello che fino a ieri era il sito produttivo del gruppo algerino Cevital.

Avrebbero pagato una cifra vicina ai 90 milioni, e l’obiettivo del nuovo piano industriale sarebbe quello di riprendere la realizzazione dei laminati e anche di tornare a produrre acciaio.

esterni acciaierie

Le accierie di Piombino acquistate da Jindal

Le indiscrezioni parlano di un assorbimento di almeno 1500 lavoratori delle acciaierie Aferpi (ex Lucchini), ma naturalmente i dettagli del piano non si conoscono ancora. Ci vorranno alcune settimane.

I primi ad esprimere soddisfazione sono stati i due protagonisti istituzionali della vicenda, il ministro Carlo Calenda e il presidente della Regione Enrico Rossi. Si rallegrano, in una nota ufficiale e sui social network, per la positiva conclusione di una vicenda che metteva a rischio uno dei più importanti poli siderurgici italiani e il posto di lavoro di 2.000 persone. Assicurano che il Ministero e la Regione adesso monitoreranno con attenzione i prossimi sviluppi ed il rispetto di tutti gli impegni.

Poche ore prima lo stesso Rossi aveva ipotizzato la necessità di un intervento pubblico qualora fosse saltata la trattativa (che si protraeva ormai da giorni).

Rossi Calenda

Enrico Rossi e Carlo Calenda

Più dubbiosi i sindacati, soprattutto per il rischio che si possano perdere in futuro dei posti di lavoro nelle acciaierie. Mirko Lami della Cgil parla dice checCi sarà da capire cosa c'è scritto nei dettagli del piano industriale che dovrà prevedere tutta la strumentazione per la produzione dell'acciaio e, quindi, il maggior numero di dipendenti possibili".

Per la Fiom di Livorno la notizia è positiva perché “chiude una situazione di impasse e stallo che si era determinata, ora vediamo il piano industriale, vediamo cosa ha in testa l'imprenditore e cosa vuole realizzare. L'altro passaggio è quello dell'occupazione, posto che subentrando si prendono l'impegno di tenere tutti i lavoratori, su questo non c'è discussione, è chiaro che saranno necessari degli ammortizzatori, a rotazione, perché, presumo, ci vorranno dei tempi per mettere tutto a posto e ripartire con la produzione”, commenta il segretario David Romagnani.

Prosegue:  "Fintanto che non vedremo il piano industriale è azzardato fare qualsiasi ipotesi", ha aggiunto. "Oggi le indiscrezioni parlavano di una forchetta che va da 1500 a 1800 lavoratori che potrebbero passare a Jindal, una volta a regime. Si tratta di capire se con uno o due forni se con tre o quattro treni di laminazione", ha concluso il segretario della Fiom livornese.

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